Raffaele Sollecito a Verona, impegnato a sviluppare un progetto di robotica applicata alla medicina nel quale è coinvolto per i suoi studi universitari; Amanda Knox negli Stati Uniti, probabilmente nella sua Seattle
Lunedì i supremi giudici dovranno decidere se confermare la loro assoluzione disposta in appello (per un delitto al quale si proclamano estranei) o accogliere il ricorso della procura generale di Perugia e della famiglia della studentessa inglese che hanno chiesto l'annullamento della sentenza e quindi un nuovo processo di secondo grado. I due non saranno comunque in aula ad attendere la decisione, come normalmente avviene per tutti gli imputati in questo grado di giudizio. Dopo essersi laureato in carcere, Sollecito (tornato libero insieme alla Knox dopo l'assoluzione in appello) si è iscritto alla specialistica in ingegneria informatica (indirizzo realtà virtuale) all'Università di Verona. «Lavora a un progetto che dà applicazione pratica ai suoi studi» spiega all'ANSA il padre Francesco Sollecito. «Applicazioni concrete - ha aggiunto -, come quelle che permettono di far muovere gli strumenti durante gli interventi chirurgici». Riguardo allo stato d'animo del figlio in vista della Cassazione, Francesco Sollecito ha detto che «Raffaele lo attende con la dovuta serenità». «Anche se - ha concluso - siamo tutti in apprensione». La sentenza della Cassazione sarà invece comunicata negli Usa alla Knox. «È in ansia e aspetta con consapevolezza questo appuntamento, sapendo che è importante» ha detto uno dei suoi difensori, l'avvocato Luciano Ghirga.
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