NESSUNA CONFERMA Una sinistra replica di quanto avvenuto esattamente un anno fa, l'8 marzo 2012, quando un altro un altro ostaggio italiano, Franco Lamolinara, morì nel corso di un blitz fallito organizzato dalle forze speciali nigeriane e britanniche per liberare lui e un suo compagno di prigionia britannico, anch'egli rimasto ucciso nella sanguinosa operazione. Ma anche in questo caso non c'è alcuna conferma, anzi. Il Daily Mail, citando il comunicato dei terroristi, ha precisato che non c'e stato nessun tentativo di blitz: solo un passaggio di aerei da guerra britannici - un «impegno militare di routine» secondo Rob Fitzpatrich, alto comandante Gb in Nigeria. Che è bastato però a mettere in allarme i rapitori che, a quel punto, avrebbero deciso di uccidere gli ostaggi. D'altra parte, se è vero che in un video del 2012 il presunto leader di Ansaru, Abu Usmatul al-Ansari, ha annunciato di avere preso le distanze dai Boko Haram (responsabili di diversi attacchi contro cristiani con centinaia di morti), affermando che «le loro azioni sono disumane per la comunità islamica», è anche vero che lo stesso leader, in un altro video, aveva affermato di non uccidere per motivi di fede se non «per autodifesa». Al-Ansari aveva ricordato che «il peccato di uccidere un musulmano è solo secondo al peccato di accettare leggi diverse dalla Sharia». Ma l'onda lunga dell'intervento francese in Mali è giunta anche in Nigeria. E nell'annunciare il rapimento di Trevisan lo scorso febbraio il gruppo ha spiegato di aver compiuto il sequestro «a causa delle violazioni e delle atrocità commesse ne
TREVISAN Silvano Trevisan, l'ostaggio italiano rapito in Nigeria del quale la Farnesina sta ora verificando la sorte, è originario del Veneto, ma aveva lasciato assieme alla famiglia il paese natale, San Stino di Livenza (Venezia), agli inizi degli anni '50 emigrando in Lombardia. Il sindaco Luigino Moro, che in queste settimane aveva fatto esporre la foto del concittadino davanti al municipio sperando nella sua liberazione, si augura naturalmente che la notizia dell'uccisione dell'ostaggio non sia vera. «Confermo che Trevisan e la sua famiglia avevano lasciato San Stino molti anni fa - ha detto Moro - In paese dovrebbe risiedere forse qualche lontano parente di secondo grado, ma so che queste persone avevano perso da anni i contatti con Trevisan, che risultava risiedesse ormai in Nigeria».
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